Cambiare lavoro? Quando è il momento giusto?

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cambiare lavoroQualcuno mi dice: “Odio i lunedì..”. Effettivamente il lunedì per alcuni non è il giorno migliore della settimana. Non lo è per quelli che amano il loro lavoro figuriamoci per chi non è contento del proprio impiego. Per cui, iniziare la propria settimana lavorativa pensando di condividere il posto di lavoro con persone che si approfittano di te o che non si impegnano abbastanza, con dei superiori che ti stanno con il fiato sul collo anche quando fai una pausa per andare in bagno, è fonte di malessere. Non è raro ritrovarsi con una lista di fastidi e punti negativi a fronte di benefici inesistenti. L’elenco dei fastidi continua a crescere fino al punto di chiedersi “Come farò ad arrivare a fine giornata anche oggi?”. Al solo pensiero di andare al lavoro ci si sente male. A questo punto, vale la pena chiedersi seriamente se il lavoro non ci stia facendo più male che bene.

Purtroppo nessuno può dire quando è il momento giusto di cambiare lavoro e sapere con certezza quale sarà il futuro. Un famoso proverbio afferma: “Chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova”. È proprio così. Però, se si continua a fare sempre le stesse cose tutto resterà pressoché uguale, mentre nel vivo dell’azione ogni nostra scelta attirerà a sé il cambiamento. Sono le decisioni che prendiamo che determinano il nostro destino. Ogni cosa nella tua vita cambia quando prendi una decisione.

E’ il tempo di prendersi una pausa dal lavoro

Prima di prendere qualsiasi decisione, è il caso di valutare attentamente qual è il problema e quali soluzioni ci possono essere. Per fare questo si potrebbe cogliere l’opportunità di un week end di riposo, una gita fuori porta, qualsiasi cosa serva a portarci lontano dal lavoro. È sicuramente utile in questo tempo disconnettersi più che si può dal lavoro, dai colleghi, dalle email, etc.

Valutare i pro e i contro

È utile fare una valutazione della propria situazione. Prendere in considerazione ciò che piace e non piace del proprio lavoro. È un lavoro che vi soddisfa? È di qualche utilità per il raggiungimento di un certo obiettivo? Vi aiuta a crescere? Come potreste renderlo più gratificante? Com’è il rapporto con i colleghi? Com’è l’ambiente di lavoro? E via dicendo.

Comprendere la crisi

Vediamo la cosa più facile che possa accadere: restare inchiodati a qualcosa per paura di rimanere senza niente. In questo periodo di crisi economica, il pensiero di lasciare un lavoro senza sapere se ne troveremo un altro, aumenta esponenzialmente i timori e le insicurezze. Nel momento in cui si fanno le proprie valutazioni bisogna tener presente che questi timori possano influenzare negativamente la nostra futura scelta. Ci sono moltissime persone che della crisi ne hanno fatto una risorsa, per cui non è una cosa impossibile. Il regista Pappi Corsicato (http://video.corriere.it/economia/italia-che-non-ti-aspetti) ha raccolto in una serie di video alcune esperienze di cambiamento dovute alla crisi. Dipende da che interpretazione si da agli eventi. Alcune persone dicono questa cosa è avvenuta per colpa della crisi e pensano che la loro vita sia rovinata, mentre altri vedono la stessa cosa in maniera totalmente differente, la vedono come un’opportunità per liberare le loro energie creative, per sfruttare il momento in cui la maggior parte delle persone risulta ferma e in impasse, mentre loro invece si danno da fare. Siamo alla fine o all’inizio? Sei tu che tu scegli. Per cui non ti far scoraggiare dalla crisi.

Focus sui dettagli negativi

Spesso poniamo la nostra attenzione su ciò che manca al nostro lavoro. In questo modo è facile coinvolgersi e perdersi nei dettagli negativi, perdendo di vista il motivo per cui avevamo scelto quel lavoro e per cui siamo stati assunti. In questi casi può aiutare il creare una spazio di tranquillità e calma dal quale poter osservare la propria situazione e trovare almeno un aspetto positivo che ci spinga ad andare a lavorare. Questo non è certo risolutivo e non aiuta a costruire una carriera soddisfacente, ma potrebbe aiutare a finire la settimana in maniera più serena. Durante la settimana si può anche cogliere l’occasione di registrare tutte le cose positive che viviamo sul luogo di lavoro e tutte le volte che la gente ci ringrazia o che noi sentiamo di ringraziare per qualcosa. Sorprendentemente, attraverso la gratitudine per qualcuno o qualcosa, può aumentare il senso generale di benessere.

Cosa vuoi veramente?

Provate ad immaginare come vi vedete tra 5 anni. Questo potrebbe aiutarvi a sviluppare i prossimi obiettivi professionali, e iniziare a programmare in quale direzione muovere i propri passi. Un’altra possibilità da tenere in considerazione è quella di incontrare un esperto in materia che si occupa di focusing, per esempio un counselor oppure uno psicoterapeuta. Tenete in considerazione che il cambiamento è una costante della vita. Quindi se questo è un capitolo infelice della tua vita professionale, puoi trarre conforto dal fatto che tutto è in continua evoluzione. Con le giuste considerazioni e successive pianificazioni si può provare a cambiare il momento attuale al fine di raggiungere una meta futura che sentite più vicina a voi stessi.

“L’unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l’avrai davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continua a cercare finché non lo troverai. Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle.” 

Steve Jobs

 

 

Per consulenze psicologiche, psicoterapia, seminari o altre richieste, puoi scrivere a Gioele D’Ambrosio oppure telefonargli al 339.7098160.


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Gioele D'Ambrosio

Psicologo, psicoterapeuta. Esperto in disturbi d'ansia e dell'umore, attacchi di panico, dipendenze affettive, supporto alla genitorialità e alla famiglia. Conduce gruppi per la crescita personale, lo sviluppo della consapevolezza e della spontaneità. Leggi gli altri articoli di Gioele D'Ambrosio.

Una risposta

  1. Paolo ha detto:

    Fare la propria passione un lavoro significa non lavorare . Il lavoro è associato a fatica .
    Una passione non ci stanca mai. Anzi ci da più energie. A volte ci si dimentica pure di mangiare ..Al Lavoro non ci si dimentica della pausa pranzo.
    Viviamo in una società molto competitiva e a volte ,forse spesso”, non si riesce a fare ciò che si vuole. Ho studiato da medico faccio il medico, ho altro titolo di studio, più spesso diventa difficile fare per quello che si ha studiato . Spesso i giovani non si vogliono adattare a nuovi lavori ..Cosi si crea dissocupazione. Credo che oggi bisogna avere molto spirito di adattamento . Non vuol dire accontetarsi vuol dire evolvere . Perchè anche il concetto di lavoro sta cambiando …un’altra storia..