Rosalia Giammetta

Psicologa, psicoterapeuta a orientamento psicodinamico, specialista in disturbi d'ansia, esperta in psicologia dell'adolescenza e dinamiche di gruppo, progettista. Leggi gli altri articoli di Rosalia Giammetta.

35 Risposte

  1. Claudia ha detto:

    Un altro motivo potrebbe essere il ritenere di conoscere già i propri problemi e quindi pensare che uno psicologo sia inutile. Il punto è che una terapia fornisce anche gli strumenti per affrontarli.

  2. paolo ha detto:

    Perchè è così difficile chiedere aiuto a uno psicologo ?
    Perchè è più facile capire i sintomi di un influenza o altro disturbo fisiologico .
    Perché non fa parte della cultura di un paese come l’Italia.
    Perché c’è un’ assenza d’informazioni sulla vostra professione..poco pubblicizzata
    Perché si chiede al proprio medico di famiglia per qualsiasi disturbo anche non fisiologico . hé dallo psicologo ci vanno i matti
    Perché andare dallo psicologo è visto in negativo rispetto che andare da un medico generico . Lo psicologo non è un medico??si lo è
    Perchè… ci sono tante ragioni ..Forse bisogna porsi un’altra domanda? Che mi sembra evidente ..
    Pensiamo alla istruzione scolastica. Io a scuola ho studiato il corpo umano in scienze e il funzionamento della psiche non era materia di studio e credo non lo sia neanche oggi. Perchè deve essere materia di studio solo a livello Universitario? Pensate se la psicologia entra a far parte come istruzione già dalle elementari medie superiori. Forse oltre i sintomi dell’influenza le nuove generazioni avrebbero la conoscenza anche dei sintomi della psiche. Lo psicologo assumerebbe un ruolo da medico generico .
    Credo anche che molti si appasionerebbero alla materia, in fondo chi non ha mai fatto un TEST psicologico trovato su internet o su qualche rivista..Tutti cerchiamo di essere gli psicologi dei nostri amici figli ecc.. e tutti vogliamo conoscere ciò che non comprendiamo di noi stessi.
    😉

  3. Gianpaolo ha detto:

    Di tutte le varie motivazioni, solo una ha destato la mia attenzione e nello specifico mi ha colpito la superficiale presunzione insita nella spiegazione data: “Tuttavia, per altre il riferimento al costo è solo una difesa per continuare a evitare di guardarsi dentro e a evitare di mettersi in gioco”.
    Una seduta da uno psicologo costa mediamente 100 euro e se i problemi richiedono più di una visita a settimana, ci si trova a dover sborsare da 800 a molti più euro al mese per un numero indefinito di mesi.
    Per quanto lo psicologo possa andare incontro al potenziale paziente, a parte che in un telefilm ho seri dubbi nel credere che dai probabili 800 euro al mese scenderebbe ad una cifra ragionevolmente accessibile e non rapportata al numero di sedute necessarie alla guarigione.
    Smettetela di presentarvi come una classe di persone avulse dal gioco del business e parlate chiaro, ci fate più bella figura.

    • Gioele D'Ambrosio ha detto:

      Giampaolo, non so da chi o dove ha ricavato questi dati, possono essere veri per una parte degli psicoterapeuti, ma credo che interessi una percentuale minima e/o forse relativa a degli specifici approcci. Conosco diversi colleghi psicoanalisti, che sono quelli soliti fare da 2 a 3 sedute a settimana, venire a patti con la realtà economica dei pazienti, offrendo il loro lavoro a 30-40 euro a seduta, o esiste l’esempio di colleghi impegnati socialmente che a fronte di persone indigenti propongono il minimo delle tariffe sindacali (nb. calcoli il regime fiscale a cui sono soggeti le P.Iva e tiri le somme). Resta il fatto che il paziente può rescindere il contratto in ogni momento della terapia, se valuta che questa non gli sia utile.

  4. giulia ha detto:

    Io ho provato ad andare da una psicologa ma piu’ che farmi parlare dei cavoli miei non faceva, e non mi dava nessuna soluzione sensata, quindi ho pensato bene che stavo perden tempo e soldi per niente e me ne sono andata.

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Forse le sue aspettative non erano adeguate al professionista cui si è rivolta, Giulia. Non è compito degli psicologi dare soluzioni. La rimando a quest’altro articolo Perché uno psicologo non dà consigli

      • alex ha detto:

        Non è vero!! la psicoterapia da eccome suggerimenti, constatato in circa tre anni.

        • Rosalia Giammetta ha detto:

          Ripeto: uno psicologo non dice alle persone cosa fare o non fare. Ovviamente, Alex, rispetto la sua esperienza che sembra andare in altra direzione.

  5. brandon ha detto:

    Temo di aver bisogno dell’aiuto di un analista, ma non voglio farlo. Per via di TUTTI i motivi scritti sopra (a parte quello della dipendenza) ed inoltre perché, per farlo, credo che dovrei dirlo a mia madre, non vivo con lei perché sono uno studente universitario fuori sede, ma non vorrei andarci “di nascosto”; allo stesso momento però non ho il coraggio di dirglielo perché questo renderebbe i miei problemi “ufficiali”, un vero dato di fatto, mentre adesso sono solo delle mie convinzioni e perché non vorrei farla spaventare, l’idea di farla preoccupare in questo modo mi terrorizza. Inoltre non credo proprio che sarei capace di farmi aiutare, io non saprei raccontarmi, ho difficoltà a parlare dei miei problemi con gli altri, non sarei capace di aprirmi davanti ad uno sconosciuto. Vorrei davvero farcela da solo ma sto buttando via giorni e giorni, mi sveglio desiderando solo la fine della nuova giornata per tornare a dormire, perché sto bene solo quando dormo. Non so cosa fare…

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Caro Brandon, smetta di farsi bloccare da ciò che pensa sua madre penserebbe e chiami uno psicoterapeuta.

  6. Angela ha detto:

    Aggiungerei la problematica di noi ragazzi di non riuscire a capire se stiamo veramente male. Mi spiego: sentiamo talmente spesso persone adulte dichiarare che gli adolescenti sono sempre depressi, che fanno un dramma di tutto, che alla fine non siamo più in grado di realizzare se il nostro problema è più grave delle semplici problematiche legate all’asolescenza, o meno. Che poi non mi sembrerebbe strano che qualcuno voglia aiuto nella crescita anche se i suoi problemi sono apparentemente “normali”. La mia insicurezza sullo stare male o meno, per esempio, sommata al non sapere che reazione avrebbero i miei genitori mi blocca inevitabilmente dal chiedere aiuto. Non so, sarà tutto normale? O pensare al suicidio non lo è? O magari mi creo problemi da sola perché voglio sentirmi diversa?

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Certo, Angela. Non sempre è facile valutare se il proprio malessere è fisiologico oppure no. E a volte chi abbiamo accanto minimizza e rende ancora più difficile chiedere aiuto.

  7. Rododendro ha detto:

    Io ho smesso la terapia perché è una cosa offensiva. Il fatto che la psicologa volesse farmi “guardare” dentro me stesso implicava che io non avessi di me stesso una conoscenza chiara. Il che è offensivo: chi non ha una conoscenza chiara di sé è una persona che evita di conoscersi perché la sua costituzione fisiologica è ad un livello più basso dei suoi valori; stiamo parlando del bugiardo con se stesso, un tipo di persona poco rispettabile. Non essendo quel tipo (e questo la dice lunga sull’abilità della mia analista) ho interrotto e mi sono tenuto i miei problemi. Mi sono accorto che quando ho dei problemi affronto con più serenità i miei problemi, perché liberarmene? Sono gratis! Sono miei!
    Un altro motivo per cui mi tengo lontano dagli psicologi è che non accettano che io reprima le mie emozioni. Non capiscono che per me esprimere le emozioni (in maniera raffinata o meno) è una cosa volgare. Tutti provano emozioni, è vero, ma che esse debbano essere espresse è ideologico. Oppure non capiscono che io non metto alcun “muro” intorno a me: al contrario, l’indifferenza nei confronti degli altri che ho talvolta è il contrario di una indifferenza che tenta di difendersi, è l’indifferenza di chi non ha bisogno di difendersi.
    Non capiscono infine che le strategie cognitive, comportamentali, etc. Etc. Non sono utili per me. L’astuzia per me è un’altra volgarità. Imparare a bisticciare in maniera composta, con frecciatine e simili, a farmi furbo e ottenere successo, ad essere socialmente funzionale, o cosa peggiore di tutte, gestire le mie relazioni interpersonali in maniera sensata, sono proprio quelle cose che non voglio saper fare, perché allontanano dall’autenticità. Che mi importa se questo mi rovinerà? E mi domando: a chi potrebbe mai importare? Tanto imparare quelle cose porta il solo beneficio di sentire di aver fregato qualcuno, chiunque sia questo qualcuno.
    In fondo tutto torna sul piano dell’offesa. In verità quasi tutto ciò che la terapia mi propone mi offende e, di più, oltre a offendermi con insulti indiretti mi offende con la menzogna. Quando lo psicologo fa volutamente un ragionamento fallace all’interno di un dialogo mi infastidisce. Vorrebbe aggiungere motivi, vissuti e quant’altro a quello che dico. Ma di quello che dico, così, non ne rimane nulla. E la verità viene a mancare, perché il dialogo viene condotto violando tutte le regole della dialettica. In più lo psicologo così ottiene la ragione, ossia la stima della ragionevolezza, facendomi cadere in dubbi del tutto vani.

    Ecco perché non vado in terapia.

  8. Giulia ha detto:

    E chi ha paura che i propri problemi non esistano? Che le persone giudichino i suoi problemi come inesistenti?

  9. Aria ha detto:

    Forse se ne è già parlato. Io aggiungo la paura di stare meglio e di perdere tutti i vantaggi dati dalla malattia.

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Certo, Aria. Anche la paura di dovere rinunciare ai vantaggi dello star male trattiene dal rivolgersi a uno psicologo.

  10. Jessy ha detto:

    Oramai sto leggendo tutti i suoi articoli molto utili
    Dopo un certo fatto io ho pensato che con il tempo sarei stata meglio dopo tre mesi niente ne ho parlato con una persona di questo mio malessere mi ha detto che avevo davvero bisogno di questo aiuto
    Ultimamente mi sono decisa di chiedere ai miei di portarmi da uno psicologo ma continuo a rimandare…
    Sinceramente delle persone che mi conoscono solo la mia migliore amica sa che a me viene l’ansia al solo pensiero della parola psicologo non so il perché…
    Poi come le ho già detto in altri articoli io mi taglio da maggio che non lo faccio ma in questi ultimi giorni mi è aumentata la voglia
    La mia pigrizia mi salva
    Grazie al fatto che sono troppo pigra per alzarmi dal divano e andare a prendere la lametta che di proposito ho messo nel armadio…
    Tornando al discorso prima volevo dire che accettare il fatto di aver bisogno di aiuto e già una cosa difficile per noi ragazzi e ancora più difficile chiederlo ai propri genitori…

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Ciao, Jessy. Io capisco che chiedere aiuto è fastidioso ma NON chiedere aiuto è anche peggio, perché ti fa rimanere lì dove sei.

      • Jessy ha detto:

        Secondo me non è fastidioso più che altro difficile perché comunque non è una cosa che si chiede spesso ai genitori non è una cosa molto comune

  11. Molly ha detto:

    John, anche io inizialmente avevo la tua stessa paura, ma stavo troppo male e già pensavo tante cose brutte di me senza aiutini esterni 🙂 perciò l’ho accantonata e ho iniziato un percorso di psicoterapia. Nella mia esperienza non ho scoperto cose brutte (parola che in questo contesto porta un giudizio su di sé che invece bisogna abbandonare) ma cose non funzionali al mio benessere. Il percorso è lungo, difficile, non nego che sia anche doloroso. Ed è, aggiungo all’elenco, il dolore attraverso il quale si deve passare che forse porta alcuni a iniziare e poi interrompere, o a non iniziare affatto. Ma è un dolore terapeutico che serve a sciogliere l’altro, di altra natura e intensità, un dolore fertile che ti aiuta a sciogliere il dolore sordo e bloccante che ti ha fatto soffrire fino a quel momento senza apparente via di uscita.
    Riconoscere la tua paura è un ottimo inizio per poterla affrontare 🙂

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Sì, Molly, anche la paura di soffrire, di stare male in un modo che non si conosce può essere un ostacolo.

  12. John ha detto:

    Io non ci vado perché ho troppa paura di scoprire cose brutte su di me.

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Certo, John, ma uno psicologo sta lì per questo, per dare una mano ad affrontare ciò che fa paura e a gestirlo meglio.

  13. giovanni ha detto:

    Secondo me uno non vuole ammettere di stare male. E’ tutto llì.

  14. luke skywalker ha detto:

    Nell’articolo c’è scritto ma secondo me va ripetuto. Uno dei motivi per cui non si va da uno psicologo o da uno psichiatra è che andarci vuol dire che è proprio vero che si sta male. E chi vuole ammettere di stare male? Io stesso C’ho messo parecchio tempo prima di decidermi. Col senno di poi dico che rimandare è stata una stupidaggine e che rimandando ho perso tanto tempo e basta.

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Caro luke skywalker, ha fatto bene a sottolineare questo aspetto. A volte non si va da uno psicologo perché si ha paura che questa decisione dia corpo a sensazioni spiacevoli e a dubbi.

  15. anna vargiu ha detto:

    Io vorrei partire dalla mia esperienza,stavo male e pensavo di farcela da sola,ma era troppo pesante e quindi col consiglio del mio medico,sono andata dallo psicologo.Questo lo dico perchė secondo me la paura si combatte con l’informazione.Adesso sto bene.

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Sono d’accordo con te, Anna: l’informazione aiuta, ragionare sulle cose aiuta, sapere che le proprie paure sono condivise da tante altre persone aiuta.

  16. Alessandro ha detto:

    E invece stanno smantellando servizi.
    Alessandro

  17. silvana ha detto:

    Penso che iniziare una psicoterapia attorno ai 30 anni, quando tutto è andato bene fino a quel momento, sia un dovere sociale , e verso noi stessi, inviterei le istituzioni a sollecitare queste tecniche sin dalla scuola, avremmo molti meno problemi e vivremmo tutti più serenamente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    • Rosalia Giammetta ha detto:

      Beh, Silvana, magari in Italia avessimo una politica volta alla prevenzione, alla promozione del benessere e all’intervento precoce! Staremmo meglio e si risparmierebbero quattrini.

  18. Rosalia Giammetta ha detto:

    Lilli cara, grazie! Sono d’accordo con lei. E’ però proprio quando non si sa più chi si è che bisogna fermarsi a chiederselo. E nel fare questo uno psicologo può dare una mano.

  19. lilli mittica ha detto:

    I suoi articoli sono sempre molto chiari ed efficaci.E’ davvero molto difficile chiedere aiuto per qualcuno…ma quando ti sembra di non capire chi sei veramente secondo me lo e’ ancora di piu’.