Facebook: perché lo usiamo?

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Più di un italiano su tre ha un profilo su Facebook e, nel mondo, gli iscritti sono più di 900 milioni un miliardo. Perché questo social network attrae così tante persone? A cosa ci serve?

 

Facebook soddisfa due bisogni emotivi

Esaminato attraverso le lenti della psicologia, mi sembra che Facebook permetta di soddisfare soprattutto due importanti bisogni emotivi: quello di appartenenza e quello di riconoscimento.

Un miliardo di persone su Facebook.

Un miliardo di iscritti a Facebook. Non staranno stretti?

Il bisogno di appartenenza si riferisce alla necessità di sentirsi dentro una comunità di persone con cui si condividono idee, passioni e interessi.

Il bisogno di riconoscimento da parte degli altri si riferisce al fatto che le reazioni suscitate dalle nostra attività su Facebook – pubblicazione di post, aggiornamenti di stato, commenti, foto, “Mi piace”, etc. – ci confermano che gli altri ci vedono, che non siamo trasparenti. E tutto questo fa sentire meglio soprattutto chi, al di là delle apparenze, non si considera una persona di grande valore (ha cioè una bassa autostima) e ha bisogno di essere costantemente rassicurato dagli altri, ad esempio le persone narcisiste.

 

Facebook come una bussola nel web

Facebook ricade anche sul modo in cui organizziamo le nostre conoscenze e cerchiamo di capire cosa accade: Facebook rende più semplice orientarsi nel Web. Ciascuno può infatti leggere i miliardi di informazioni, opinioni ed eventi che circolano nel Web direttamente nella sua Home personale, in un modo che è a sua misura, filtrato e selezionato dalla rete di contatti che ha costruito.

Soprattutto, Facebook è un modo per comunicare e avere scambi diverso da quelli tradizionali che conosciamo da più tempo e che ci sono più familiari. Un modo al tempo stesso intimo e superficiale utile a prolungare e allargare la vita sociale che la persona ha già piuttosto che per generare relazioni con sconosciuti.

 

Achtung!

Certo, Facebook è uno strumento da impiegare con consapevolezza.

Facebook è il male?

Facebook è il male?

È un dato di fatto che alcuni iscritti si dichiarano dipendenti da Facebook e ammettono che rinuncerebbero con meno fatica ad alcool e sigarette.

Un’altra questione delicata è l’età: molti utilizzatori hanno meno dei 13 anni richiesti per l’iscrizione e, raccontando troppo di se stessi e non avendo la maturità emotiva e cognitiva necessaria per valutare le situazioni, rischiano di fare incontri spiacevoli e finire nei guai.

 

Perché Facebook, detto in 26 parole

In sintesi, Facebook è un modo tecnologico per stare con gli altri, al pari del telefono, delle mail, degli sms. Non è l’orco delle fiabe.

 

Per approfondire

Amichai-Hamburger Y., Vinitzky G. (2010). Social network use and personality. Computers in Human Behavior. 26(6): 1289–1295.

Ellison N. B., Steinfield C., Lampe C. (2011). Connection strategies: Social capital implications of Facebook-enabled communication practices. New Media & Society. 13:873-892.

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Photo credit: ZoiDivision | WikiCommons

 

Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, si occupa di adulti e adolescenti, a Roma. In particolare, è specialista in disturbi d’ansia e depressione e nella prevenzione dei comportamenti a rischio. Ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli .

Per consulenze psicologiche, psicoterapia, scrittura di progetti, seminari o altre richieste, puoi scriverle una mail su [email protected] oppure telefonarle al 349.8195168 e prendere un appuntamento.

 


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Rosalia Giammetta

Psicologa, psicoterapeuta a orientamento psicodinamico, specialista in disturbi d'ansia, esperta in psicologia dell'adolescenza e dinamiche di gruppo, progettista. Leggi gli altri articoli di Rosalia Giammetta.