Il significato del Natale ai giorni nostri

  • 464
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
    464
    Shares

Che significato ha il Natale ai giorni nostri?

 

senso del natale Stella-cometaMancano pochi giorni al Natale. Camminando per la strada non ho potuto fare a meno di soffermarmi ad osservare  la frenesia che caratterizza il nostro muoverci di questi giorni che ci separano dal Natale. È difficile rimanere attenti a quel che si sta facendo, a non perdere di vista il significato profondo delle nostre azioni, come per esempio scegliere un regalo. Richard Bach diceva “ogni regalo è un augurio di felicità”. Penso che molti di noi, nella corsa al regalo, rischiano di  perdere di vista questo augurio. Purtroppo viviamo immersi in un tempo che va veloce e diritto come una freccia, e tutto è in rapida successione: i regali, l’albero di Natale, gli addobbi sono tutte cose che vanno fatte, diventano “cose da fare per forza”. Altro che gioia e augurio di felicità! Si potrebbe dire che molti di noi sono più stressati che gioiosi dall’arrivo del Natale.

Il Natale, così come lo viviamo oggi, produce un alterazione degli abituali ritmi di vita, delle nostre routine e ci espone a situazioni inusuali. Senza considerare poi che questo particolare periodo dell’anno ci mette di fronte ad aspetti irrisolti delle nostre relazioni con familiari, parenti e amici, che potrebbero generare ansia e tensioni.

Purtroppo viviamo in un epoca che non tollera fisiologici stati d’animo quali la malinconia o la tristezza. È un epoca dove tutto deve essere e apparire happy. Le famiglie  felici le immaginiamo come quella del Mulino Bianco. Le persone che festeggiano il Natale hanno tutti un cappello rosso con il pon-pon bianco e cantano in coro “Oh happy day…”. Sembra quasi che sia obbligatorio essere felici, happy o very happy… e se così invece non fosse? Se invece ci sentissimo leggermente sottotono? Di conseguenza potrebbe capitarci di percepire in noi un senso di inadeguatezza, o senso di colpa, per non essere come “gli altri” ci vogliono. E sempre per adeguarci a questi schemi, ecco che lo scambio delle strenne diventa una corsa forsennata al regalo, dove in una sorta di attacco compulsivo da acquisto-mania si perde di vista l’altro e ciò che veramente desidera. Purtroppo così, il senso originario di scambiarsi le strenne, di condividere un momento speciale, perde il suo significato per lasciare posto a qualcosa di effimero, un momento che in origine era mistico oggi diventa semplicemente consu-mistico.

La sera del 24 Dicembre, la maggior parte di noi si incontra, si siede intorno ad un tavolo dove sono state preparate pietanze gustose in linea con la tradizione.  Si chiacchiera, si mangia abbondantemente, qualcuno con la tv accesa, altri in una chiassosa baraonda. Ma se ci si fermasse e ci si domandasse che cosa si stia veramente celebrando, credo che la maggior parte di noi non saprebbe esattamente rispondere ignorando quale sia il significato profondo che ci portiamo dietro da oltre duemila anni.

 

Ritrovare il senso del Natale

Se diamo uno sguardo al nostro mondo, potremo notare come oramai Il Natale non appartiene più solo alla comunità cristiana, ma a tutti gli uomini, in quanto è una festa diffusa in tutti i continenti. Ha assunto un significato universale ma allo stesso tempo  trasversale. È la festa dell’Uomo, di Gesù Cristo. Ed insieme, come da tradizione antichissima, è la festa della Luce. Potremmo dire che è la festa dell’Uomo ridestato dalla Luce.

Questa festa resiste e va sempre più diffondendosi, nonostante le leggi del mercato capitalistico ne stiano modificando profondamente il significato affettivo e soprattutto spirituale, denudandola del suo significato mistico e simbolico.

senso del nataleSe andiamo alla ricerca dell’origine del Natale potremmo osservare che esiste un Natale dal punto di vista storico, geografico, storiografico,  ed un altro che include il punto di vista mitico e mitologico, molto più antico, legato ai ritmi del sole e della luna, alle festività solari, al solstizio d’inverno e al culto del “Sol Invictus”. Scopriamo, così, che questa Celebrazione detiene fin dall’antichità una importante dimensione cosmica.

Ogni Natale ci riporta nella dimensione del mito e del rito, un rito collettivo che ravviva sulla terra luci e speranze, proprio nel periodo in cui le tenebre sono più lunghe. Ogni anno, mentre prepariamo il presepio o addobbiamo l’albero,  ripercorriamo le strade della memoria, ritroviamo i gesti che abbiamo appreso fin dall’infanzia, e si rinnova con le varie età della vita tramandandosi di generazione in generazione. Questo vale per le famiglie, per i genitori, ma anche per chi è solo, perché nella notte di Natale volenti o nolenti ci si sente coinvolti in un evento che abbraccia tutti, perché parla in maniera misteriosa a tutta l’umanità. È come se si andasse dal macrocosmo al microcosmo, non solo le tenebre planetarie iniziano a recedere (vedi solstizio d’inverno 21 dicembre), ma anche quelle dentro di noi.  Ma per far questo è importante avere “occhi di lucerna”, come dicevano gli antichi, cioè avere occhi pieni di luce e quindi prestare attenzione alle cose intorno a noi. L’Attenzione ci riporta nel presente, ci aiuta a fare spazio dentro di noi, tra i nostri pensieri e i nostri malumori. Grazie all’Attenzione può capitare di guardare l’ennesima serie di luci natalizie e stupirci nell’attribuire loro un valore nuovo.

Al di là quindi del significato storico che la cristianità attribuisce al Natale, questa festa continua a coinvolgerci probabilmente perché ha radici profonde, che evocano dimensioni quasi dimenticate e parla un linguaggio di cui abbiamo smarrito l’alfabeto, ma di cui la nostra anima conserva ancora qualche eco.

BIBLIOGRAFIA

 La Grotta interiore di A.M. Finotti, edizioni Ancora, Milano

Catechismo della Chiesa Cattolica, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1992

I Misteri del sole di S.Arcella, ed. Controcorrente, Napoli, 2002

 


  • 464
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
    464
    Shares

Gioele D'Ambrosio

Psicologo, psicoterapeuta. Esperto in disturbi d'ansia e dell'umore, attacchi di panico, dipendenze affettive, supporto alla genitorialità e alla famiglia. Conduce gruppi per la crescita personale, lo sviluppo della consapevolezza e della spontaneità. Leggi gli altri articoli di Gioele D'Ambrosio.

9 Risposte

  1. Elio ha detto:

    E’ uno dei pochi giorni dell’anno che ricordiamo l’esigenza di vivere spiritualmente vicino alle persone a noi care pur essendo il tempio di preghiera per il Ns. Dio. Penso, che questi momenti di spiritualità cristiana possano intensificarsi negli altri giorni non commemorativi per ricordare la ns. fratellanza cristiana e la necessità di avvicinarci al Ns. Creatore per intercessione di Cristo Gesù.

  2. graziella colman ha detto:

    E’ importante conoscere il simbolismo antico della data di nascita di Cristo, attribuita a Costantino il Grande ed a Papa Liberio, che decisero di fissarla la notte del solstizio d’inverno, esattamente quando il ciclo dell’anno volge dall’oscurità alla luce nascente. Così Gesù, portatore della luce divina, soppiantò il culto pagano del Solis invicti adorato dai pagani, in grado di fugare l’oscurità delle menti, la paura della morte ridestando la coscienza umana ad una vita in Dio, oltre la morte. Se non si riflette a quanto ha donato il festeggiato ed a quale prezzo, tutta la frenesia consumistica non riuscirà a riempire di gioia il nostro cuore.

  3. Elio ha detto:

    Il natale nasce dal “sol invictus”, nel 273 d.c., ovvero, come tante altre ricorrenze, da consuetudini pagane ripulite e istituzionalizzate quale distrazione di massa, al fine di evitare la presa di coscienza dell’essere umano o, meglio, dell'”Essere” e del suo “Figlio” prediletto. Pur riconoscendo i buoni propositi di annunciare pace, serenità, armonia popolare e la nascita del Redentore, in effetti viene principalmente rimarcato l’aspetto consumistico e gastronomico con la voglia di illudere il nostro corpo e la nostra mente di star bene… per qualche giorno.

  4. xy ha detto:

    Che dire, è già stato commentato fin troppo tanto da eliminare ogni pregiudizio da tanti sapientoni di scienza,
    di storia del passato e del presente,tanto da non lasciar spazio ad altri pensieri ne filologici ne tradizionalisti.
    Eppure mi vien da pensare che tanto parlato non ha mai raggiunto il significato profondo del creato. Mi chiedo se
    si è mai pensato in quale mondo viviamo. Spiego,potremmo noi essere parte di una creatura mastodontica all’interno del quale noi figureremmo come combustione vivente la dove globuli,microbi, virus e linfociti, sarebbero gli esseri che ci alimentano o ci distruggono a secondo del bisogno
    di quella figura mastodontica che noi chiamiamo universo.
    allora se questo è un’altro pensiero profondo e scellerato
    di quali altri significati potrebbe essere dato al nostro mondo del creato. Premetto: la semplicità pura, l’innocenza
    comune,un barlume di fede è il candore che ci riporta nel cuore di chi ci ama,di chi ci ha amato e chi ci amerà ancora. Per me questo è il vero significato profondo del Natale.

  5. AMALIA ha detto:

    IL Natale è il momento per la riflessione …per guardare dentro di noi e far pace con i nostri tormenti con i nostri problemi…. il Natale è il momento della nascita …dobbiamo far luce in noi e rinascere a nuova vita cosi da AMARCI e poter donare AMORE anche agli altri ….BUON NATALE A TUTTI

  6. giovanni brichetti ha detto:

    Il Natale è un grande punto d’incontro: tra cristianità e laicità; tra tenebra e luce; tra noi e Dio; Senso e non senso; tra interiorità ed esteriorità; gli altri ed ognuno di noi; tra verità e menzogne; tra doni dati e ricevuti; ecc. Attraversarlo soffermandosi… è una ricca opportunità per tutti! Qus. anno, in sintonia con qs. scritti organizzeremo, in vari luoghi italiani e su richiesta, incontri di psico-spiritualità, orientati al Vangelo, dal titolo “Scendere per incontrare Gesù”. http://www.bibliodrama.it

  7. Jose garcia ha detto:

    Bellissimo spunto per una giusta e profonda riflessione che tutti dovremmo fare. Da anni nella nostra associazione culturale il Giardino del Ben’essere di Arezzo, ci ritroviamo in torno a questa data per celebrare un evento che non è solo della tradizione cristiana, ma che si festeggia da tempo immemorabili, in tutte le culture, in tutte le civiltà conosciute. Il Natale è qualcosa che esiste prima ancora dell’uomo steso, in quanto evento universale che riguarda tutto il creato. Il ritorno trionfante del Sole invictus. Tutto nasce della luce, e tutto rinasce con la luce, e come nel profondo buio della terra germinano i semi della nuova raccolta per venire fuori ad una nuova luce, nel buio di nostri giorni dobbiamo cercare la luce interiore che ci porti alla salvezza come razza e far germinare il meglio di ognuno di noi prima che sia troppo tardi.

  8. Giacomo Stasolla ha detto:

    è una sana riflessione di come si vive oggi il Natale che dovrebbe portarci a riflettere per cambiare il nostro modo di sentire il natale dentro di noi e verso gli altri, con il nostro dono d’amore.
    guardare alla vera luce, vivendo i nostri sentimenti alla luce del sole e volti verso il prossimo.

  1. 19 Dicembre 2015

    Ma cos’è che muove, al di là del consumismo, questa pacifica e anche allegra invasione da parte dell’Albero di Natale? E’ indubbiamente un periodo magico, un momento di sosta, che la frenesia consumistica non è riuscita del tutto ad inquinare. Come se l’eco di un messaggio che viene da lontano catturasse ancora le nostre anime.