Autismo: 8 cose utili da conoscere

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autismoL’autismo rappresenta una delle più gravi manifestazioni che colpiscono il bambino nella sua capacità di comunicare e di instaurare relazioni con il mondo esterno; esso ha suscitato un profondo interesse nonché un acceso dibattito, ancora oggi in corso, che ha determinato il fiorire di definizioni ed interpretazioni diverse e spesso contrastanti.
Nonostante tutto quello che i ricercatori hanno imparato a conoscere sull’autismo nel corso degli ultimi anni, si può dire che ad oggi le cause di questo disturbo rimangono ancora prevalentemente sconosciute.
Anzi, la situazione può sembrare molto confusa: i sintomi sono dei più svariati, le cause sono multifattoriali e molti e diversi sono i trattamenti che vengono promossi.
Vediamo però alcune cose utili da conoscere sull’autismo:

1 – Quanti ne soffrono?

Ci sono circa 70 milioni di persone in tutto il mondo che soffrono di sindrome autistica. Negli Stati Uniti, per esempio, la prevalenza è di circa 1 su 100 bambini, ma forse anche di più. Colpisce prevalentemente i soggetti maschili con un tasso dalle due alle quattro volte superiore rispetto al sesso femminile.

2 – Quali i sintomi?

La sindrome autistica è una combinazione di scarse abilità sociali, cognitive e di adattamento.
La persona affetta da tale patologia esibisce infatti un comportamento tipico caratterizzato da una evidente diminuzione dell’integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri ed un parallelo ritiro interiore. Problemi tipici includono quindi disturbo del linguaggio, comportamenti ossessivi e spesso ripetitivi (stereotipie), incapacità relazionali (rifiuto del contatto con gli altri, tanto a livello della voce che dello sguardo), assenza di gioco simbolico, disturbi del sonno, reazioni allergiche, ansia.
La combinazione di questi sintomi è normalmente evidente tra i 6 mesi e i 3 anni di età.

3 – Si parla di Spettro Autistico

Vista la varietà di sintomatologie e la complessità nel fornirne una definizione clinica coerente e unitaria, è recentemente accettato parlare di Disturbi dello Spettro Autistico. Questi infatti comprendono tutta una serie di patologie o sindromi aventi come denominatore comune le suddette caratteristiche comportamentali, sebbene a vari gradi o livelli di intensità.

4 – Esiste una cura?

L’autismo è solitamente considerata una condizione permanente. Non vi è, al momento, alcuna cura definitiva. Anzi, data l’alta variabilità individuale, non esiste un unico intervento specifico che sia valido per tutti allo stesso modo. Inoltre, raramente è possibile ottenere la remissione totale dei sintomi.
Le prospettive di guarigione dipendono ovviamente dall’entità della patologia, che si può presentare con sintomi che vanno dai lievi ai gravi. Pertanto bambini che hanno sintomi lievi, con un’intelligenza superiore alla media, è quasi certo che potranno avere una vita normale, lavorare e mettere su famiglia. Quelli più sfortunati con un ‘intelligenza non troppo sviluppata, avranno bisogno di avere un continuo sostegno durante la loro esistenza, in quanto incapaci di vivere in maniera autonoma. Tutto questo ovviamente non impedisce loro di vivere bene e senza problemi fisici.
Tuttavia è emerso da alcuni studi che esiste una percentuale di bambini (dal 3% al 25%) che possono perdere la loro diagnosi autistica nel corso degli anni (Helt et al., 2008). Gli individui che riescono a migliorare la loro diagnosi con il tempo, recuperano con molta probabilità un buon livello di intelligenza, buone competenze linguistiche e un buon sviluppo motorio.

5 – Un bambino su quattro non parla

Per molti bambini, la prognosi è molto più sfortunata. Per esempio, circa un quarto dei bambini autistici non acquisisce, o molto limitatamente, capacità di espressione mediante la parola. Naturalmente, nella maggior parte dei casi questi problemi perdurano in età adulta. I soggetti autistici che sono in grado di utilizzare il linguaggio si esprimono in molte occasioni in modo bizzarro; spesso ripetono parole, suoni o frasi sentite pronunciare (ecolalia).

6 – Quali le cause?

Ancora una volta, la vera risposta è che le cause ancora non si conoscono. Le cause che sono emerse via via nel corso degli anni hanno infatti menzionato: fattori genetici, anomalie strutturali cerebrali, anomalie a livello di molecole che hanno un ruolo nella trasmissione degli impulsi nervosi nel cervello, contesto prenatale (l’età dei genitori alla nascita, infezioni materne, diabete in gravidanza, …), contesto postnatale (problemi gastrointestinali, problemi del sistema immunitario, allergie, l’esposizione dei bambini a droghe, vaccini e metalli pesanti), la carenza nel funzionamento dei neuroni a specchio nel cervello e via ancora…
La genetica dell’autismo per esempio è complessa e ancora poco conosciuta. Pensate che sono stati chiamati in causa centinaia di geni diversi per cercare di spiegare, in misura minore o maggiore, lo sviluppo della sindrome autistica. Basti pensare che attualmente si elencano circa 573 geni collegati all’autismo. Inutile dire che questo rende estremamente complessa la macchina da studiare.
Nessuna di queste cause fornisce però ad oggi una risposta definitiva.

7 – Qual’è il trattamento?

Attualmente non c’è una terapia farmacologica per l’autismo, bensì tutta una serie di programmi che sono diversi e soggettivi, legati ovviamente ai problemi.
Tutti i tipi di trattamenti per l’autismo sono stati provati, sul piano chimico e comportamentale.

8 – Come relazionarsi all’autismo?

Proviamo ora a inquadrare l’autismo sotto un altro aspetto, meno scientifico e più vicino al vissuto del bambino che lo manifesta, quindi apriamoci alla possibilità di non identificare il soggetto come una diagnosi, ma di considerarlo come un individuo, che ha una patologia, ma che non è la sua patologia.
Credo molto nella forza degli aforismi. Martin Buber scrive:

Con ogni uomo viene al mondo qualcosa di nuovo che non è mai esistito, qualcosa di primo e unico. Ciascuno… ha l’obbligo di riconoscere e considerare che lui è unico al mondo nel suo genere, e che al mondo non è mai esistito nessun uomo identico a lui: se infatti fosse già esistito al mondo un uomo identico a lui, egli non avrebbe motivo di essere al mondo. Ogni singolo uomo è cosa nuova nel mondo e deve portare a compimento la propria natura in questo mondo… Ciascuno è tenuto a sviluppare e dar corpo proprio a questa unicità e irripetibilità, non invece a rifare ancora una volta ciò che un altro – fosse pure la persona più grande – ha già realizzato”.

Credo che queste parole sintetizzino al meglio ciò che, a livello umano, può significare la relazione con un soggetto autistico, per quanto difficile e il più delle volte problematica. Un’esperienza che, se vissuta in modo autentico e con grande apertura d’animo, non può che metterci in contatto con altri modi d’essere, anch’essi speciali e comunque unici.

Cristiana Milla, psicologa e psicoterapeuta. Per avere maggiori informazioni, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli. Per consulenze psicologiche, psicoterapia, seminari o altre richieste, puoi scriverle una mail all’indirizzo [email protected]  oppure telefonarle al 339.6137545.


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Cristiana Milla

Psicologa, psicoterapeuta. Esperta in disturbi d'ansia, disturbi alimentari, difficoltà sessuali, dipendenze affettive, supporto alla genitorialità e alla famiglia. Collabora con l'Istituto di Psicosintesi di Roma. Leggi gli altri articoli di Cristiana Milla.