Come trasmettere l’ottimismo ai propri figli

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Si può trasmettere l’ottimismo ai propri figli? Dell’ottimismo abbiamo già parlato in precedenza. Sappiamo che esso si basa sulla fiducia che nutriamo in noi stessi, sulla nostra capacità di percepire gli aspetti positivi degli avvenimenti. Essere ottimisti non significa pensare che non esistano i problemi, ma aver fiducia che si possa trovare una soluzione per superarli. E’ possibile allora infondere l’ottimismo ai propri figli o, più in generale, ai bambini? La risposta è sì. Vediamo in che modo.

ottimismoLe situazioni sono temporanee e modificabili

Affinché i nostri figli possano sviluppare una visione ottimistica, è necessario insegnargli a non catastrofizzare gli eventi. Se nostro figlio arriva a casa dopo aver vissuto un insuccesso: “… È stata tutta colpa mia! Uffa! Non ce la farò mai!”, sarà utile accogliere dapprima il suo senso di scoraggiamento e, in un secondo momento, aiutarlo a relativizzare, ricordandogli magari le situazioni difficili che invece è riuscito a superare in passato. Il genitore potrebbe dirgli: “Oggi ti senti male per quanto è accaduto. Hai ragione, ci si sente male in questi momenti, ma ricordati che la settimana scorsa hai superato quella situazione che sembrava insormontabile. Ti ricordi come stavi e cosa è successo poi? Ce l’hai fatta!..

Non catastrofizzare è indispensabile. Attenzione, questo non vuol dire però sminuire l’importanza dei fatti, perché i fatti contano eccome, ma conta anche il modo in cui vengono interpretati dal bambino. Il bambino si chiede il “perché” di un insuccesso o di un evento negativo. Quello che un genitore può fare è spiegargli che è una situazione modificabile, temporanea. Perché se il bambino si convincerà che le cose non potranno migliorare, di conseguenza non si sentirà motivato a lottare per tentare di cambiare le situazioni negative. Perdere del tutto la motivazione, gettare la spugna, porta al convincimento che nulla oramai si può più fare per cambiare lo stato delle cose.

Ricordare i successi

Ogni bambino, così come ogni essere umano, ha bisogno di appoggiarsi ai propri successi. Il compito del genitore è sostenerlo in questo, ricordandogli i successi che ha avuto. Questo accrescerà la sua fiducia nei mezzi di cui dispone, le sue capacità nel superare i momenti di difficoltà, nel trovare la motivazione a farlo e nel trovare la gioia di affrontare sfide sempre nuove.

In questo modo i nostri figli impareranno che “perdere una battaglia non è perdere una guerra”, che gli insuccessi sono solo situazioni temporanee e modificabili, che non casca il mondo se non si riesce a portare a termine qualcosa, e che potranno con la perseveranza e il buonumore superare tutte le avversità.

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Per consulenze psicologiche, psicoterapia, seminari o altre richieste, puoi scrivere a Gioele D’Ambrosio oppure telefonargli al 339.7098160.


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Gioele D'Ambrosio

Psicologo, psicoterapeuta. Esperto in disturbi d'ansia e dell'umore, attacchi di panico, dipendenze affettive, supporto alla genitorialità e alla famiglia. Conduce gruppi per la crescita personale, lo sviluppo della consapevolezza e della spontaneità. Leggi gli altri articoli di Gioele D'Ambrosio.