Mi brucia lo stomaco!

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Oggi parliamo della gastrite. Spesso viene descritta, da chi ne soffre, come un forte bruciore che si accende all’interno dello stomaco, come la sensazione che dall’interno qualcosa arda e divori il nostro organismo. Se riflettiamo su quanto accade a livello fisiologico, all’interno del nostro stomaco, risulta effettivamente così.Di fronte a qualcosa che mal digeriamo,  il nostro corpo risponde con un aumento della secrezione di succhi gastrici che in definitiva equivalgono ad una sorta di meccanismo auto-aggressivo che porta a corrodere le pareti dello stomaco, da qui il senso di bruciore che divora il nostro stomaco.

gastriteChe cos’è la gastrite?

La gastrite è un’infiammazione della mucosa dello stomaco. Può essere causata dall’assunzione di sostanze corrosive (es: alcuni tipi di farmaci) o da sostanze complesse da digerire (es: combinazioni di cibi quali caffè, alcol, dolci ecc). Per semplicità si possono suddividere in due categorie: acute e croniche.

Una volta accertato che il nostro bruciore di stomaco non è dovuto a nessuna causa organica, possiamo prendere in esame le cause psicologiche che concorrono alla creazione di questa situazione.

Qual è il significato del bruciore di stomaco?

Pensiamo a tutte le espressioni del comune parlare che hanno a che fare con la digestione. Per esempio: quella persona mi sta proprio sullo stomaco; questa cosa non la digerisco, non mi va ne su e ne giù; ingoiare il rospo; mandar giù un boccone amaro. Queste sono tutte frasi che ci indicano come il mondo esterno e il nostro mondo psichico sono strettamente collegati alla digestione. Sono frasi comunemente usate per esprimere le nostre difficoltà di fronte a qualcosa che ci riesce complicato da accettare. È oramai assodato che non ci si alimenta solamente di cibo fisico, ma anche di quello psichico (come affetti e sentimenti  legati a qualcuno o qualcosa).

Proviamo a pensare al momento in cui stiamo consumando un pasto con la persona amata, immersi in una atmosfera di benessere e amorevolezza, e ora,  invece, immaginiamo quando questa stessa cornice diviene carica di tensione e di odio. Vien da sé che la digestione del nostro pasto non sarà proprio la stessa. Potremmo, così, allargare  la gamma di situazioni a svariati altri momenti della nostra vita e vedere come reagiamo.

Insieme al cibo, noi ingeriamo anche l’atmosfera psichica nella quale siamo immersi, la realtà nella quale viviamo. La gastrite, ad un livello simbolico, può rappresentare la difficoltà ad accettare e digerire alcune realtà all’interno della nostra vita.

Il dolore che proviamo è un segnale forte e chiaro che ci rivela la nostra capacità di sopportazione nei confronti di qualche cosa. Ci sta dicendo che il vaso è colmo e che più di così non possiamo  ingoiare.

Che fare?

Una cosa importante da fare è iniziare a interrogarsi e ricercare la causa del nostro malessere, ponendosi domande del tipo: Cosa non riesco a digerire? Ci sono state situazioni, persone o eventi che mi hanno disgustato?  C’è qualcosa che mi soffoca?  Che cosa non posso o non voglio  inghiottire? In che rapporto sono con la mia aggressività? Provo rancore verso qualcosa o qualcuno?

Imparare a decodificare il messaggio insito nella nostra gastrite è possibile. La gastrite non viene per caso, ma è il risultato di sentimenti repressi. È importante ascoltare il nostro malessere e dargli voce. Il sintomo non va eliminato perché ci sta dicendo qualcosa o meglio, ci informa che qualcosa ci manca, che qualcosa non và.

Finché non si trova il modo di mettere le cose in chiaro, la frustrazione che ci portiamo dentro continuerà a bruciare nel nostro stomaco.

Approfondimenti

 T. Dethlefsen – Malattia e Destino (1996) ed. Mediterranee, Roma.

R. Dahlke – Malattia come simbolo (2005) ed. Mediterranee, Roma.


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Gioele D'Ambrosio

Psicologo, psicoterapeuta. Esperto in disturbi d'ansia e dell'umore, attacchi di panico, dipendenze affettive, supporto alla genitorialità e alla famiglia. Conduce gruppi per la crescita personale, lo sviluppo della consapevolezza e della spontaneità. Leggi gli altri articoli di Gioele D'Ambrosio.