Una tazza di tè

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una tazza di the

 

Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.

 

Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. «È ricolma. Non ce n’entra più!».

 

«Come questa tazza,» disse Nan-in «tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Se prima non ti vuoti, come posso spiegarti lo Zen?».

 


 

Se la nostra mente è piena di pregiudizi, non possiamo udire la verità che dicono gli altri. Quando conversa, la maggior parte delle persone ha fretta di esprimere la propria opinione, e di conseguenza non sente altro che il suono della propria voce.

 

 

 

Tratto da “101 storie Zen” a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps (1973) Adelphi edizioni

 


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Gioele D'Ambrosio

Psicologo, psicoterapeuta. Esperto in disturbi d'ansia e dell'umore, attacchi di panico, dipendenze affettive, supporto alla genitorialità e alla famiglia. Conduce gruppi per la crescita personale, lo sviluppo della consapevolezza e della spontaneità. Leggi gli altri articoli di Gioele D'Ambrosio.