Leggere sul Kindle è come leggere un libro di carta?

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L’abitudine di leggere giornali e libri non più o non solo su supporto cartaceo ma su dispositivi digitali è ormai diffusissima. Già ad agosto dello scorso anno le vendite di libri per un lettore di libri elettronici come il Kindle superavano su Amazon le vendite del tradizionale libro cartaceo. Leggere un libro sul Kindle o su carta stampata è uguale o vi sono differenze quanto a capacità di comprendere o ricordare quanto letto? Le ricerche su similitudini e differenze sono ormai molte.

 

Kindle, monitor o carta: la comprensione è la stessa?

leggere un libro su kindle e su cartaSono diversi gli studiosi che non hanno trovato nessuna differenza nella capacità di capire e ricordare quanto letto su dispositivi elettronici come il Kindle o su carta. Recentemente, il gruppo di Sara Margolin è arrivato a queste stesse conclusioni.

La Margolin ha chiesto a 90 studenti di leggere dieci brani: per 30 studenti i brani erano stampati su fogli di carta, altri 30 utilizzavano un Kindle, altri 30 leggevano i brani sul monitor di un computer. Ultimata la lettura di un brano, gli studenti dovevano rispondere ad alcune domande a scelta multipla che valutavano cosa avevano capito del testo e passare al brano successivo. Dice la Margolin, il numero di risposte corrette era lo stesso per tutti e tre i sottogruppi e non risentiva della tecnologia impiegata.

 

Davvero nessuna differenza nel leggere un libro?

Forse le cose non sono però così univoche. Sappiamo infatti che, se leggiamo qualcosa su di un monitor, spesso lo facciamo con l’atteggiamento di chi cerca solo le informazioni che gli servono: leggiamo saltellando qua e là e finiamo rapidamente al fondo della pagina.

A questa fretta si aggiunge il fatto che, nei pc e nei lettori digitali come il Kindle, la memoria che è legata all’esperienza fisica della lettura e che ci fa dire: “L’ho letto verso quel punto lì, era a metà pagina… se mi dai il libro, te lo trovo oppure dammi un minuto per ricordarmi meglio la pagina” è inutilizzabile. Su un lettore di e-book, tutti i libri sono uguali e, a meno che non si sia messo un segnalibro o non ci si ricordi qualche parola su cui fare un Cerca, rintracciare un pezzo che ci è piaciuto è davvero arduo.

In possesso di ancoraggi precari, è come se fossimo immersi in un flusso di parole. Come se guardassimo una foto con una lente d’ingrandimento che ci aiuta a cogliere i dettagli ma rende più faticosa una visione d’insieme dell’intera foto.

Tutto questo non ricade sul modo in cui comprendiamo un testo e lo ricordiamo? Ne dubito.

È un fatto che le ricerche condotte sino a oggi hanno usato testi molto brevi: gli studenti della Margolin leggevano brani di appena 500 parole. Prima di tirare conclusioni su analogie e differenze tra lettura digitale e cartacea credo convenga attendere studi che analizzino la lettura di un libro intero su Kindle, I-Pad, carta e chi più ne ha più ne metta e che valutino la profondità della comprensione.

 

Per approfondire

Margolin S., Driscoll C., Toland M. and Kegler J. (2013). E-readers, Computer Screens, or Paper: Does Reading Comprehension Change Across Media Platforms? Applied Cognitive Psychology.

Nielsen J. e Loranger H. (2006). Web usability 2.0. L’usabilità che conta. Apogeo, Milano, 2006.

 

Photo credit: Jeremy Keith 

 

Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, è responsabile dell’area prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenza per l’associazione PreSaM onlus. Nell’ambito dell’educazione alla salute e della peer education, ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli.

Per consulenze psicologiche, psicoterapia, scrittura di progetti, seminari o altre richieste, puoi scriverle una mail oppure telefonarle al 349.8195168.

 


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Rosalia Giammetta

Psicologa, psicoterapeuta a orientamento psicodinamico, specialista in disturbi d'ansia, esperta in psicologia dell'adolescenza e dinamiche di gruppo, progettista. Leggi gli altri articoli di Rosalia Giammetta.