Rifiuto del contatto fisico

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contatto fisico“Il contatto fisico mi infastidisce!”

Leggo un post su un social network: «Mi sto rendendo conto che più vado avanti negli anni e più mi infastidisce il contatto fisico con altre persone,  mi infastidisce la gente che si avvicina x abbracciarmi o per darmi i classici due baci sulla guancia. Ma è proprio necessario baciarsi? Per educazione non respingo però dentro di me mi viene il nervoso e come un istinto di urlare: “ma stai lontano, non conosci la distanza interpersonale?!”»

A questo post seguono una quindicina di commenti, tutti più o meno dello stesso tono, fatti da persone che condividono le stesse sensazioni: «Quant’è vero quello che dici! E quelli che quando ti parlano ti si avvicinano fino a farti fare gli occhi strabici ti sono capitati? E’ davvero maleducazione; è gente che non rispetta il tuo spazio vitale. Comunque anch’io sono come te!».

E pensare che John Lennon cantava “Love is touch, touch is love” ovvero  L’amore è toccare, il tocco è l’amore”. Nei casi precedenti, invece, il contatto fisico è fonte di estremo fastidio o comunque di disagio. Queste persone, quando per esempio un collega mette loro una mano sulla spalla, diventano rigidi come fossero pezzi di marmo. Magari schivano anche i baci sulla guancia, gli abbracci o ancora, evitano i luoghi affollati dove il contatto fisico tra persone è quantomeno inevitabile (bus, metro, concerti, etc.).

Il contatto fisico tra due persone può assumere significati diversi, a seconda del soggetto che ne è coinvolto. Una carezza, una mano sulla spalla o anche il semplice sfiorarsi assumono un’accezione molto intima e profonda per alcuni, fino quasi a spaventare,  mentre per altri non hanno la stessa risonanza.

Tra i cinque sensi, il tatto è certamente il più sensuale. Non è un caso infatti che i seduttori, per esempio, cercano, nel contatto fisico, conferma della loro avvenuta conquista.

Il contatto fisico nella nostra infanzia

Nervosismo, angoscia, senso di soffocamento sono le sensazioni che solitamente assalgono chi rifugge il contatto fisico. Sentire che l’altro ha superato la distanza di sicurezza e magari ci sta abbracciando spontaneamente anche solo per dimostrare riconoscenza, ci  crea  disagio, imbarazzo, fastidio, malessere: è come sentirsi nudi, senza protezione.

Le cause di questo disagio vanno ricercate, prima di tutto, nella relazione con i genitori. Per esempio sarebbe utile chiedersi  che tipo di rapporto abbiamo avuto con il tatto quando eravamo bambini. Il corpo ha una memoria storica e porta su di sé segni anche invisibili. Non ha caso nei primi mesi di vita i pediatri consigliano alla madre e al padre di fare sentire al figlio la loro presenza fisica proprio attraverso il contatto, le carezze, l’abbraccio. Questo fa si che il bambino possa vivere un’esperienza positiva del proprio corpo, crescere sentendosi amato e protetto e allo stesso tempo possa sviluppare sicurezza di sè e fiducia negli altri.

Naturalmente però, un eccesso di amore, così come di troppo contatto fisico, prolungato nel tempo, può avere delle conseguenze opposte che si possono riscontrare nel futuro adulto: fuga dal contatto fisico e quindi dalle relazioni umane.

I segni del nostro passato

Il corpo ha anche dei segni visibili, è il testimone della nostra storia. Ognuno di noi potrebbe raccontare la propria vita osservando quel neo che ha nello stesso punto del fratello o della sorella, quel  dito rotto quando giocava in cortile con altri bimbi o quella cicatrice che testimonia la sua vivacità da bambino. Rifiutare di essere toccati significa anche rifiutare di  entrare in contatto con episodi del passato, perlopiù dolorosi, che sono rimasti ben impressi nella propria memoria. In questa prospettiva si possono inquadrare anche le malattie della pelle, come per esempio le dermatiti o l’acne giovanile. È come se la pelle si trasformasse in una corazza, in un confine invalicabile. In un certo qual senso si cerca di rendersi invulnerabili, invece al contrario bisogna riappropriarsi della propria vulnerabilità. Bisogna imparare a difendersi in modo diverso, sgravando il corpo da questo compito.

La nostra società è sempre più  “contattofobica”. Questo accade un po’ come reazione al sovraffollamento degli spazi che condividiamo giornalmente con altre persone e un po’ è dovuto alla frenesia del nostro vivere. In questo modo perdiamo il gusto di entrare in contatto con qualcuno, di avvicinarci e sentire la presenza di quella persona. Ognuno di noi ha uno spazio privato, una sorta di cerchio magico oltre il quale si sente minacciato, e non trova giustificazione per cui debba essere oltrepassato.

Ma c’è anche una paura più personale. Quella di essere privati della propria intimità. Per questo concediamo di essere toccati solo da chi amiamo o da chi vogliamo che ci ami: il contatto diventa allora il segnale della volontà di instaurare una relazione emotiva.


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Gioele D'Ambrosio

Psicologo, psicoterapeuta. Esperto in disturbi d'ansia e dell'umore, attacchi di panico, dipendenze affettive, supporto alla genitorialità e alla famiglia. Conduce gruppi per la crescita personale, lo sviluppo della consapevolezza e della spontaneità. Leggi gli altri articoli di Gioele D'Ambrosio.

15 Risposte

  1. E ha detto:

    Io da un po’ di anni ho dei ricordi flash di un abuso sessuale ad opera di mio padre che risale all età di 3 anni! Solo che i ricordi sono confusi e non ho nessuna certezza in mano… x questo mi son sempre chiesta se la tremenda paura di abbracciare soprattutto mio padre e persone di sesso opposto e il senso di inadeguatezza e vergogna… possano dipendere dal trauma subito, anche se, da quel che ricordo, non c e’ stata penetrazione ma solo sfregamento del pene sul sedere… Quando mi si chiede di abbracciare provo forte imbarazzo, senso di vergogna, come se mi sentissi nuda e pensassi agli organi genitali… soprattutto da piccola quando poi vedevo un uomo chiudevo subito gli occhi, provavo paura mista s vergogna… paura di sedermi vicino o sopra alle gambe di mio padre.. paura del colore blu dei pantaloni che lui portava sempre… inoltre ricordo gli sguardi di mia madre, che ha colto in fallo mio padre mentre abusava di me… fin nell adolescienza mi ha sempre guardata male se portavo magliette un po’ scollate… come quasi fosse colpa mia qurl che r’ successo… ma di concreto, ripeto, non ho nessuna prova dell abuso in se… ho ricordi sfocati, per esempio ricordo che mio padre nel “mentre” mi teneva appoggiato un cuscino sulla testa x non farmi vedere…. insomma ho tanti sintomi palesi ma… possono bastare come prova di un abuso?! A pensarci mi viene da piangere…

  2. Laura ha detto:

    Io esco dalla relazione con un narcisista covert prima gli piacevo poi ho ricevuto rifiuto e da quel giorno odio ogni contatto fisico sia maschile che femminile.

  3. Nando ha detto:

    Io sto nella stessa situazione di Roberto anche nia moglie infastidisce essere toccata , ma in ogni casa cedo che ci sono problemi di ordine psicologica e non solo di amore.NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI

  4. Roberto ha detto:

    Io invece il contatto fisico lo cerco in continuazione con mia moglie ma lei si rifiuta dice che gli da fastidio,per quanto mi riguarda ho bisogno del contatto fisico non posso averlo solo ed esclusivamente una volta al mese quando abbiamo un rapporto intimo.Sinceramente questo mi fà soffrire molto…parecchio.Il contatto fisico mi scatena delle sensazioni profonde mi fa star bene non so come spiegarlo.Anche la sera quando si va a dormire lei si mette il pigiama e non ne vuol sentire ragioni nel toglierlo io non uso pigiama quindi piu di una volta gli ho detto se non metteva il pigiama cosi da avere un contatto fisico.E una situazione frustrante dopo 27 anni di matrimonio non so forse cambierei……….

  5. Francesca ha detto:

    Questo è un problema che sta diventando invalidante. Provo un dolore fisico, un crampo allo stomaco, nodo in gola, voglia di piangere, di urlare, bestemmiare, rispondere con violenza. Vorrei tirare un pugno a chi mi tocca e ovviamente non posso e allora, cercando di non farmi vedere, colpiscono un oggetto col pugno cercando il dolore, pizzico o mordo me stessa. Sono diventata abile a schivare i contatti ma se non riesco a farlo l'”impronta” di quel tocco, di quella mano, mi resta sulla pelle per giorni e solo il ricordo mi da malessere. Non solo contatto fisico… il fischiettare mi crea gli stessi “dolori”, come pure il sussurrare o canticchiare o il rumore delle effusioni. Sono obbligata ad allontanarmi, giro sempre con le cuffie e musica ad alto volume. Scelgo posti isolati al cinema.
    Sta diventando molto difficile vivere cosi.
    Non sono mai stata una eccessivamente espansiva, ma negli ultimi tempi sono peggiorata tantissimo.
    Non vado troppo d’accordo con il mio corpo. Ho sofferto di DCA e sono stata in terapia per tre anni abbondanti. Più recentemente, dopo la morte di mio padre per un cancro al polmone, ho smesso di fumare e sono ingrassata di qualche chilo, non molti ma che sento addosso come un abito stretto e pesante, e forse l’essere toccata è una conferma del fallimento della guerra contro il grasso ed è per questo che non lo sopporto. Il resto non me lo spiego, se non il fatto che odio essere costretta a partecipare alle intimità altrui. In questo lungo e noioso discorso è inclusa la mia famiglia. Accetto, anzi, posso dire che desidero e accolgo con gioia il contatto solo di due persone, in questo momento, non so se è un caso che siano due persone autorevoli nella mia vita, due insegnanti più grandi di me e con i quali ho un rapporto amichevole e, studio a parte, disinteressato. I momenti che passo con loro sono le uniche interazioni sociali gradevoli che ho.
    Forse devo parlare con qualcuno…

  6. Maria ha detto:

    Io vivo tra la paura del contatto fisico, ed il bisogno di averlo. Il problema è che, quando davvero ne sento la necessità ed abbraccio qualcuno (per affetto o per bisogno di sfogo) non riesco a sentire più nulla, è come se il corpo non mi appartenesse più.
    L’unico tipo di contatto che mi soddisfa e che riesco a sentire è quello violento (sessualmente sono sottomissiva in ambito bdsm)… Non so bene cosa possa aver scaturito tutto questo, sono stata adottata a 4 anni e non ho idea di cosa possa essermi accaduto prima…

  7. Giusi ha detto:

    Io non rifiuto il contatto fisico, anzi mi sforzo di avvicinarmi alle persone per “allenarmi” ma in verità anche la sola vicinanza senza contatto mi destabilizza. Quando vedo la persona di fronte con la propensione a dare la mano resto lì e non so se allungare la mia… e mi viene l’ansia pensando che quello si accorge del mio disagio… il mio è un chiaro caso di abuso sessuale più scarse coccole materne. Non è tanto la mancanza di contatto ma il tipo di contatto che crea la fobia, anche lo schiaffo è un contatto ma fortemente negativo e traumatizzante.

  8. Fabio ha detto:

    Io invece sono un continuo ricercare di coccole. Dopo un po di anni mi ritrovo sempre con gli stessi problemi. La passione si spegne le coccole non si fanno piu e ci si cerca solo per il sesso e io mi vado a cercare le coccole altrove. A sto punto penso che questo desiderio smodato di un contatto fisico dolce sia dovuto al fatto che da piccolo mi è mancato molto, avendo fatto 8 mesi nell incubatrice

  9. Marika ha detto:

    A me infastidisce a prescindere essere toccata con troppe effusioni, poi mi rendo conto che con alcune persone sono (mi dicono) più reattiva in modo negativo.
    Mi dispiace che ci rimangano male ma loro lo sanno.

  10. Margherita ha detto:

    Io ammetto di avere problemi coi contatti fisici, per lo più abbracci. I bacetti sulla guancia no perché li percepisco molto più “formali” e distanti di un abbraccio. Non riesco ad essere spontanea e mi rendo conto che così creo disagio anche negli altri tanto che le mie amiche lo sanno e non mi prendono per es. per mano, non mi sbaciucchiano ecc.
    Gli unici con cui non ho problemi sono mia madre e i bambini (fino ai 14-15 anni credo).
    I vecchi credo siano quelli che mi danno più problemi, tanto più se maschi.
    Infatti anche per quanto riguarda le relazioni ne ho avuta solo una, vera. Per il resto sono uscita qualche volta con qualche ragazzo ma probabilmente la mia apparente freddezza li ha allontanati (non che m’interessassero, peraltro).
    Ma il punto è proprio questo: la nostra (o almeno la mia) non è freddezza, è solo che proprio non ci riesco, per me è generalmente una forzatura, qualcosa di innaturale che faccio in alcuni casi perché so che così vuole la società ma che mi mette parecchio a disagio.
    Onestamente però non so proprio perché, mi piacerebbe saperlo!!!

  11. Gina ha detto:

    Ciao, molto interessanti questi commenti, io ho un marito, pero’ non mi piace che mi tocchi o che mi accarezzi, andare Avanti nell’intimita’ ancora peggio, sono sotto cura con dei farmaci

  12. Gloria ha detto:

    detesto il contatto con i miei genitori.. mentre con le persone fuori dalla famiglia, adoro abbracci e qualsiasi contatto.. ma verso i miei genitori provo ribrezzo e fastidio!

    • Gloria,anche a me la stessa cosa ,io adoro gli abbracci di mia madre,tant’è che li cerco e le chiedo in continuazione di abbracciarmi,ma mio padre,mia nonna e mia sorella minore non possono nemmeno sfiorarmi,mi dà proprio fastidio!mia nonna al massimo può prendermi la mano,ma papà e mia sorella nemmeno quello,mentre gli abbracci da altre persone li adoro.Prima ero un pò restia solo con gli uomini anziani,ma ora quasi non più.Mi piace anche abbracciare,sopratutto i ragazzi maschi,cioè quelli di sesso opposto al mio (io sono una ragazza di 23 anni).

  13. Andrea ha detto:

    Io rifiuto qualsiasi contatto umano a meno che io sia a scegliere.
    Comunque le persone mi hanno sempre schifato.
    Io mi ricordo perfettamente la mia infanzia da piccino mi ricordavo anche oltre la mia infanzia
    So che mi ha innervosito stare a contatto con le persone
    Con gli animali è ben diverso, hanno odori, suoni e vibrazioni diverse, con loro me ne starei abbracciato tutto il giorno.
    Anche il sesso, mai appassionato… C’ho sempre dato alla grande quando ero più giovane ma l’ho sempre vissuto come masturbazione. Ora da grandcello non ne sento assolutamente la necessità. I miei genitori non li ho mai sentiti miei, penso neppure quando ero in fasce.
    Non saprei come interpretare l’articolo

  14. donatella ha detto:

    conosco amiche se puo dire amiche che rinnegano ogni contatto fisico ne un bacio ne uun abbraccio ne darsi la mano,,, nemmeno sul lato delle parole sempre di una freddezza incredibile,,, niente coccole si può essere cosi? lo fà anche con i suoi famigliari marito e figlio,,,