Politici italiani: niente vergogna ma tanta rabbia
Chi come me vive a Roma sa che nei giorni scorsi è stato impossibile sottrarsi a un costante aggiornamento da parte dei quotidiani sulle imprese di Fiorito, ex tesoriere PdL del Lazio accusato di peculato, e dei politici suoi pari. Non siamo scampati a dettagli che creano indignazione, rabbia, vergogna e un senso di umiliazione in chi li sente, ad esempio che a Fiorito i medici hanno vietato merendine e Coca-Cola.
Sappiamo anche che Fiorito sostiene di preferire la compagnia dei galeotti di Regina Coeli a quella dei suoi compagni di partito con cui sino a qualche settimana fa, ovvio, trascorreva allegre serate. Che dire? Mi vengono in mente parecchi politici indagati per i più disparati motivi che alle accuse hanno reagito in modo analogo a Fiorito, cioè attaccando qualcuno: magistrati, colleghi o giornalisti.
Rabbia o vergogna da parte dei politici italiani?
Nell’attesa che le indagini facciano il loro corso, vorrei fare un paio di brevi considerazioni sul fatto che a volte rispondiamo a un’accusa in modo aggressivo, come se l’arroganza prendesse il posto della capacità di chiedere scusa e defilarsi in decoroso silenzio.

Meglio arrabbiati che pieni di vergogna
Accade cioè che la rabbia prenda il posto della vergogna.
La rabbia è di solito una reazione a un torto o a una minaccia, un’emozione di per sé normale. Ci arrabbiamo soprattutto quando non riusciamo a ottenere ciò che vogliamo, quando ci sembra di avere ricevuto un’offesa o sentiamo che gli altri ci trattano in modo ingiusto e non come crediamo di meritare. Reagiamo con rabbia se, ad esempio, troviamo rotto lo specchietto retrovisore della macchina o se, a un esame, ci viene attribuito un voto inferiore a quanto ci aspettavamo.
Quale offesa, quale minaccia può spingere i politici italiani a essere aggressivi e a scagliarsi contro chiunque, anziché ammettere la responsabilità delle proprie azioni e vergognarsi?
È un’offesa che forse viene dal loro stesso interno più che da fuori: forse è lo scoprire di non essere intoccabili, l’essere sfiorati dal sospetto di essere mediocri e di aver tradito la fiducia che qualcuno ha riposto in loro. L’autostima vacilla.
È meglio allora offendere cittadini e istituzioni piuttosto che fare i conti con tutto questo, con una immagine di se stessi non così vincente come si vorrebbe. È meglio rimanere incollati finché si può a ruoli che permettono di soddisfare un bisogno di dominio e potere sugli altri, fare la voce grossa piuttosto che mettersi in discussione.
Ed ecco che la bilancia rabbia-vergogna pende in favore della rabbia. Emozione forte che cancella tutto. Anche la dignità degli altri.
Per approfondire
Hikikomori: isolarsi per troppa vergogna e dire no al conformismo
Come riconoscere un partner narcisista
Photo credit: Stock.xchng
Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, si occupa di adulti e adolescenti, a Roma. In particolare, è specialista in disturbi d’ansia e depressione e nella prevenzione dei comportamenti a rischio. Ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli .
Per consulenze psicologiche, psicoterapia, scrittura di progetti, seminari o altre richieste, puoi scriverle una mail su [email protected] oppure telefonarle al 349.8195168 e prendere un appuntamento.
Grazie per aver comunque trovato interessante l’articolo. Magari in futuro tornerò su questo tema che di certo non si esaurisce parlando di bilancia rabbia-vergogna e di ferite narcisistiche!
interessante, ma un po mleggerino come considerazioni…