Facebook isola e allontana dalla vita reale?
Facebook non isola dalla vita reale ed è un modo per mantenere e sviluppare i contatti con le persone che già si conoscono nella realtà: i contatti su Facebook non prendono il posto della vita sociale concreta. L’idea che la presenza su Facebook riduca le relazioni faccia a faccia non trova infatti conferma nelle analisi sinora svolte da psicologi e sociologi.

Facebook ci lega alla vita reale?
Facebook isola dal reale?
Facebook è per la maggior parte dei suoi utilizzatori un modo per mantenere e dare nuova linfa a relazioni con persone che già si conoscono e con cui si condividono idee, passioni e interessi: è innanzitutto un canale per rafforzare le relazioni già esistenti nella realtà e soltanto in seconda battuta un canale per crearne di nuove. Le amicizie accettate da chi non si è mai incontrato sono di solito abbastanza poche.
Tuttavia, per effetto della disinibizione online, alcune persone cambiano su Facebook il modo in cui parlano di se stesse: in questo caso, la comunicazione su temi significativi passa attraverso Facebook, e non dall’interazione faccia a faccia.
Lo stile in cui si è dentro Facebook è abbastanza simile a come si è nella vita reale. Gli estroversi hanno molti amici, dentro e fuori Facebook, e, ad esempio, usano Facebook per organizzare eventi di vario tipo; i timidi hanno pochi amici.
Le persone con bassa autostima, impacciate, che si sentono sole e forse lo sono, apprezzano molto Facebook, perché rende loro più facili i contatti con gli altri. Per chi ha difficoltà nell’avvicinarsi alle altre persone, Facebook è usato come una fonte di legami sociali deboli, cioè legami che non sono intimi ma consentono uno scambio d’informazioni che è comunque proficuo.
Qualche cautela è d’obbligo
C’è però un problema: proprio perché è un’esperienza piacevole, il tempo che dedicano a quest’attività può crescere a dismisura.

Facebook ti ha intrappolato?
Alcune persone con bassa autostima e tratti depressivi possono arrivare a una vera e propria dipendenza da Facebook, in cui Facebook diventa un chiodo fisso. Come in qualsiasi dipendenza, la soluzione che viene trovata per il problema è finta e rende le cose ancora più complicate e dolorose.
Non è dunque Facebook di per sé a indurre dipendenza: non avendo altre risorse, personali, materiali o sociali, cui attingere o, come nel caso degli adolescenti, attratti da un mondo virtuale in cui sperimentarsi con i loro pari e lontano dagli adulti, Facebook può essere utilizzato per attutire uno stato di malessere preesistente e diventare un rifugio.
Per approfondire
Ellison N. B., Steinfield C., Lampe C. (2011). Connection strategies: Social capital implications of Facebook-enabled communication practices. New Media & Society. 13:873-892.
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Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, si occupa di adulti e adolescenti, a Roma. In particolare, è specialista in disturbi d’ansia e depressione e nella prevenzione dei comportamenti a rischio. Ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli .
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